Auto e beni intrappolati senza che sia stata avvisata la popolazione di metterli in salvo. Bastava diffondere dei messaggi. Interpellato l'Ing, Vittorio Carli della protezione civile del Comune di Vicenza afferma che l'allarme è stato diramato con megafoni già la domenica sera a cura del Comando Vigili Urbani. In pochi l'anno sentito. Così centinaia di auto sono sate completamete coperte dall'acqua e dal fango. I Vigili del Fuoco non riescono a rispondere alla chiamata di aiuto per svuotare i garage. Forse potranno intervenire domani mercoledì 3 novembre 2010. Intanto si ricorre ella pompe dei privati chi può e chi trova.
Il giornale.it
di marino smiderle
Il sindaco, Achille Variati, immortalato mentre aiutava la gente a mettere i sacchetti di sabbia quando ormai i mobili degli appartamenti a pien terreno dei quartieri più vicini al fiume galleggiavano per le stanze, se l’è presa con la mancata comunicazione di un’allerta meteo che, se spedita in tempo utile, avrebbe perlomeno permesso di evacuare in tempo le zone più esposte. L’Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto assicura di aver avvisato la Regione ma, visto il week end lungo, può essere che qualcuno abbia sbagliato indirizzo. Una polemica che verrà, forse, chiarita nei prossimi giorni.
Per quel che riguarda il Vicentino, al di là della preoccupazione degli studiosi per l’Olimpico, il primo provvedimento adottato dal Provincia, Prefettura e Comune è stato quello di tenere chiuse tutte le scuole per la giornata di oggi. Non è solo una questione cittadina, ovviamente. Le cause primarie dell’alluvione di Vicenza stanno, è proprio il caso di dirlo, a monte. Le centraline di Recoaro Terme, per dire, hanno registrato nei giorni scorsi quantitativi record di pioggia cumulata, arrivando a 350 millimetri. Se poi ci aggiungiamo l’innalzamento della temperatura che ha provveduto a sciogliere immediatamente la prima neve scesa la scorsa settimana, ecco spiegato il motivo per cui fiumi e torrenti della zona non sono più stati capaci di contenere l’eccezionale portata d’acqua. Il paradosso ha voluto che la prima requie per Vicenza città arrivasse a danno di Cresole, nel comune di Caldogno, a nord del capoluogo: il Bacchiglione qui ha provocato danni gravi (si è temuto per la vita di un uomo, sceso in cantina durante l’esondazione, poi ritrovato sano e salvo all’ultimo piano) ma, nel contempo, ha sgonfiato il flusso all’interno della città. Dove peraltro è stato necessario organizzare l’evacuazione degli ospiti della Caritas, dei nomadi di viale Cricoli, oltre ad altre centinaia di vicentini rimasti momentaneamente senza casa. Con circa 2.500 veronesi pronti a seguire la stessa sorte nei comuni di Caldiero, Belfiore e Monteforte d'Alpone.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento